Chi tiene da parte i risparmi in strumenti come libretti postali o titoli di Stato potrebbe non essersi accorto di una novità importante. Dal 3 aprile 2025, una soglia cambia le regole del gioco per l’ISEE. Non è solo una questione tecnica: per molti nuclei familiari, questa nuova possibilità può fare la differenza tra ricevere un’agevolazione o restarne esclusi. Una modifica silenziosa, ma concreta. La parola chiave? ISEE. E ciò che conta ora è capire quanto può incidere davvero.
Ci sono abitudini che non cambiano mai, come quella di affidarsi ai classici strumenti postali per mettere da parte qualcosa. Un gesto che racconta prudenza, senso pratico e fiducia nella stabilità. Per anni, però, anche queste forme di risparmio così tranquille sono state considerate in modo pesante nella Dichiarazione Sostitutiva Unica. Nessuna distinzione: tutto il denaro su libretti o buoni finiva nel calderone dell’ISEE.

Poi, quasi in sordina, è arrivata una nuova regola. Dal DPCM 14 gennaio 2025, n. 13, prende forma la possibilità di escludere fino a 50.000 euro, se investiti in titoli di Stato, buoni fruttiferi o libretti postali, dal conteggio patrimoniale. Una novità applicabile dal 3 aprile 2025, che cambia lo scenario per molti risparmiatori, ma che ancora in pochi conoscono davvero.
Una soglia che cambia tutto per l’indicatore ISEE
Fino a poco tempo fa, il principio era chiaro: saldo al 31 dicembre e giacenza media annuale andavano inseriti interamente nella DSU. Anche se derivanti da strumenti sicuri e poco redditizi, quei numeri contribuivano a far salire l’indicatore, con effetti diretti su borse di studio, esenzioni sanitarie o sconti sulle mense scolastiche.

Con l’introduzione della soglia di esclusione, il quadro cambia. Se un nucleo familiare possiede, ad esempio, 62.000 euro su un libretto postale, potrà ora sottrarre 50.000 euro da quel totale. In pratica, solo 12.000 euro saranno effettivamente rilevanti ai fini ISEE. Lo stesso vale per la giacenza media: se si attesta a 55.000 euro, se ne considereranno solo 5.000.
Attenzione, però: il saldo e la giacenza vanno comunque inseriti nella dichiarazione. La novità riguarda esclusivamente la porzione che viene poi valutata per il calcolo dell’indicatore. Il tetto massimo, inoltre, si applica all’intero nucleo familiare e riguarda solo tre strumenti: titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale.
Un passo verso un trattamento più equo del risparmio
Questa nuova impostazione rappresenta un tentativo concreto di bilanciare prudenza finanziaria e accesso ai diritti. Chi sceglie di custodire i propri risparmi in strumenti a basso rischio non si troverà più automaticamente penalizzato nell’ISEE. E questo ha un valore, soprattutto per famiglie con risparmi modesti, ma costanti.
È anche un modo per riconoscere che non tutto il patrimonio ha lo stesso peso. Un conto è investire in azioni speculative, un altro è affidarsi ai libretti postali, spesso legati a una cultura del risparmio semplice e sicura. La norma segna una differenza importante, dando più spazio a chi, con sobrietà, costruisce una piccola sicurezza economica.
E se oggi è il risparmio sicuro a ottenere un trattamento più giusto, ci si può chiedere se in futuro altri strumenti potranno godere di una valutazione più equilibrata. Intanto, quei 50.000 euro esclusi dal calcolo rappresentano molto più di una cifra: sono un gesto verso un ISEE più aderente alla realtà economica di tanti italiani.