I permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, sono un diritto per chi lavora ma deve assitere una persona disabile.
La legge tutela sia i lavoratori del settore privato che quelli del settore pubblico. Chi beneficia di questi permessi ha diritto a tre giorni al mese in cui può assentarsi dal lavoro ma continuare ad essere pagato regolarmente.

Lo stesso diritto è riconosciuto anche al lavoratore disabile che necessita di prendersi cura della propria salute. La domanda di oggi è se i permessi possono essere cumulabili quando sia il caregiver che il disabile lavoratore possono disporre di permessi retribuiti. La risposta è positiva. Se, per esempio, un figlio disabile che lavora chiede tre giorni per sé e lo stesso fa il genitore che lo assiste, di fatto il totale dei giorni di permesso retribuiti in un mese, diventano 6.
Il principio è stato sottolineato dall’INPS con una circolare del 2023: il diritto del disabile lavoratore non esclude quello del caregiver, purché sussistano i requisiti previsti dalla legge. Come sapete, i permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, spettano ai lavoratori dipendenti, sia disabili in situazione di gravità sia che assistano familiari disabili in situazione di gravità. I familiari che possono usufruire di tali permessi sono: genitori, anche adottivi o affidatari, coniugi, parte dell’unione civile, conviventi di fatto e parenti o affini entro il terzo grado.
Permessi retribuiti: come funzionano se il caregiver è anch’esso disabile
Ammettiamo che anche il caregiver sia disabile e debba assistere un altro disabile. Come funzionano in questi casi i permessi retribuiti della Legge 104?

In questo caso, il lavoratore può cumulare entrambi i diritti: tre giorni per la propria condizione e tre per l’assistenza al congiunto. Si tratta di situazioni abbastanza frequenti, la legge cerca di garantire una copertura equa anche nei contesti familiari più delicati, dove le esigenze sanitarie e assistenziali si moltiplicano. La possibilità di sommare i permessi ha un impatto determinante sull’organizzazione delle famiglie. Dove il carico assistenziale è elevato, poter contare su sei giorni di permesso retribuito al mese rappresenta un sostegno tangibile e fondamentale affinché nessuno debba erre privato dell’assistenza necessaria quotidiana.
Non si tratta certo di tempo libero dal lavoro, ma di tempo qualificato per l’assistenza, distribuito tra più figure familiari. Questa importante possibilità riduce la pressione su un singolo caregiver e a garantire una maggiore continuità nelle cure, nelle terapie e negli impegni medici.