Donare soldi ai figli è la cosa più normale che ci sia per un genitore ma per il Fisco non si può fare proprio tutto ciò che si vuole.
Ci sono movimenti bancari che potrebbero insospettire l’Agenzia delle entrate, ecco perché anche il regalo più naturale tra genitori e figli, potrebbe diventare un pericolo. Meglio saperlo prima.
Niente di male donare soldi ai figli, purché si rispettino i limiti che andremo a vedere: hanno a che fare anche con gli stessi limiti da rispettare per prelievi e in genere i movimenti di contanti. Succede raramente ma può succedere persino che il Fisco potrebbe bussare alla nostra porta per fare dei controlli mirati. La Guardia di Finanza lo ha già fatto e lo farà ancora.
Se il problema non dovesse toccare chi fa la donazione, lo stesso non si può dire dei figli che ricevono un regalo di contanti. Il limite dei pagamenti in contanti è di 5.000 euro, se si supera la somma di 4.999,99 il Fisco è dietro l’angolo per capire che spese state effettuando, donazioni ai figli comprese. Ma come fa l’Agenzia delle Entrate a scoprire quanti soldi doni ai tuoi figli?
Donare contanti ai figli è una cosa naturale, ma bisogna tenere conto delle regole del Fisco perché non solo i genitori sono a rischio, ma i figli stessi.
Donare soldi ai figli è consentito, sia per le spese scolastiche che per regali di compleanno o anche per acquistare una casa. Superata la soglia di 5.000 euro, l’Agenzia delle Entrate può avviare un’indagine volta a capire di che natura siano le spese del nucleo familiare e se sono compatibili con i guadagni dichiarati con la dichiarazione dei redditi.
I primi a rischiare in caso di controlli sono proprio i figli. Nessuno è in grado di sapere cosa succede all’interno di una famiglia e quanti soldi si danno ai figli ma se la cifra supera i 5mila euro la donazione deve essere tracciata, quindi occorre spostarli tramite un bonifico che poi potrebbe essere controllato. Tutto dipende da come i figli spendono i soldi. Se acquistano beni, i figli potrebbero essere chiamati a dimostrare da dove provengono le somme spese, soprattutto se questi non lavorano e dunque non hanno un reddito. Come potrebbero spendere 3 o 4mila euro dei minorenni o maggiorenni che non lavorano? I controlli partono proprio da questo quesito. Il Fisco potrebbe chiedere come sia stato possibile spendere una tale cifra senza avere un reddito e di conseguenza, i controlli si sposteranno sui genitori. Per evitare una sanzione che può arrivare anche a 15.000 euro, i genitori dovranno dimostrare la provenienza di quel pagamento., meglio se tracciato altrimenti potrebbero nascere problemi seri.
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