Chi possiede BTP ad alto rendimento e si appresta a presentare l’ISEE potrebbe trovarsi davanti a un dettaglio che cambia tutto. Non è sempre chiaro cosa vada incluso e cosa no nel patrimonio dichiarato, ma una novità recente ha creato un’opportunità concreta. Una soglia precisa, poco conosciuta, può fare la differenza tra accedere o meno a importanti agevolazioni. Ecco perché chi ha titoli di Stato nel proprio portafoglio farebbe bene a conoscere questa regola prima di fare la DSU.
Da quando i tassi sono tornati a salire, i BTP hanno ripreso a interessare piccoli risparmiatori e famiglie alla ricerca di investimenti più sicuri. Tuttavia, quando arriva il momento di compilare l’ISEE, torna il dubbio: questi strumenti devono essere dichiarati integralmente oppure no?

La risposta non è più quella di un tempo. Dal 2025, qualcosa è cambiato. E quel cambiamento riguarda proprio la possibilità di escludere una parte dei propri risparmi in titoli pubblici.
Chi ha già sentito parlare di una soglia, sa che c’è un tetto oltre il quale non si può andare. Ma quanti conoscono esattamente i dettagli? E, soprattutto, come cambia la dichiarazione se si utilizzano i nuovi servizi precompilati dell’INPS? Capire queste sfumature non è solo una questione tecnica: può incidere direttamente sulla qualità dei servizi a cui si ha diritto.
ISEE e titoli di Stato: cosa cambia con la nuova soglia dei 50.000 euro
Dal primo aprile 2025 è entrata in vigore una norma che permette di escludere dal calcolo del patrimonio mobiliare fino a 50.000 euro in titoli di Stato. Questo significa che strumenti come BTP, BOT, CCT, buoni fruttiferi postali e libretti postali possono essere parzialmente ignorati nella valutazione dell’ISEE, a patto che il loro valore complessivo non superi quella soglia.

Facciamo un esempio pratico. Se alla data del 31 dicembre 2023 si possiedono tre BTP per un valore totale di 60.000 euro, solo 10.000 verranno conteggiati, poiché 50.000 rientrano nell’esclusione prevista dalla norma. Questo meccanismo permette a molti di presentare un ISEE più basso, accedendo così a prestazioni e sconti riservati a fasce con reddito più contenuto.
Ma c’è di più. L’INPS ha aggiornato il servizio per la DSU precompilata, e dal 16 giugno 2025 questa esclusione viene applicata automaticamente. Basta accedere alla propria area riservata per trovare già inseriti i valori corretti nel Quadro FC2. Se però la dichiarazione è stata inviata prima di aprile, è necessario ripresentarla per ottenere il beneficio.
Come funziona la decurtazione automatica nella DSU precompilata
Il sistema prevede un ordine preciso per applicare l’esclusione. Prima viene considerato il patrimonio del dichiarante, poi quello degli altri componenti della famiglia, partendo dal più anziano. Inoltre, l’esclusione segue anche una gerarchia dei prodotti: si parte dai titoli di Stato, poi si passa ai buoni fruttiferi postali, infine ai libretti postali. Il tutto viene applicato sia al saldo al 31 dicembre che alla giacenza media, proprio per garantire coerenza tra i vari dati.
Chi compila la DSU in modalità autodichiarata, invece, deve inserire manualmente i valori già al netto dell’esclusione. Questo richiede attenzione, perché un errore potrebbe portare a un ISEE più alto del necessario, con il rischio di perdere accesso a bonus o agevolazioni.
Anche se il sistema automatizzato facilita il processo, resta fondamentale verificare ogni voce. Un semplice controllo potrebbe rivelare differenze importanti, soprattutto se nel nucleo familiare ci sono più intestatari di strumenti finanziari. E la possibilità di beneficiare della nuova soglia dei 50.000 euro rende ancora più interessante la compilazione attenta della dichiarazione.