La Cassazione ribadisce un concetto fondamentale quando si parla di cartelle esattoriali: trasparenza è la parola d’ordine.
Il Rapporto tra contribuente e Amministrazione finanziaria non deve nascondere nessuna sorpresa. Quando parliamo di notifiche, il discorso diventa spinoso. Vediamo cosa dice la legge.

La notifica fiscale deve essere trasparente, appunto. E di conseguenza diventano nulle le notifiche per irreperibilità senza ricerche documentate. Trasparenza dunque non solo da parte dei cittadini ma anche delle amministrazioni pubbliche, la Cassazione non ammette errori. Un rapporto della sezione tributaria
contiene un principio di orientamento per tutti gli operatori dell’Agenzia delle Entrate. Chi riceve una notifica fiscale – la sintesi del documento – ha sempre diritto di conoscere quali sono le ragioni alla base dell’atto.
La notifica di atti impositivi nei confronti di contribuenti dichiarati “irreperibili” deve rispettare precisi criteri. Va incontro a nullità se il funzionario non dà prova concreta di avere effettuato ricerche approfondite con elementi tracciabili. La notifica di un atto impositivo è un passaggio determinante nei rapporti tra Fisco e contribuente, anche perché può dare al debitore la possibilità e il tempo di fare ricorso.
Cartelle esattoriali e irreperibilità: la sentenza della Cassazione
Parliamo di una disputa fra cittadino e l’Agenzia delle entrate: un caso che ora fa giurisprudenza. Il tema è l’avviso di pagamento e relativa notifica.

Una disputa giudiziaria che aveva coinvolto un cittadino e le Entrate e aveva avuto a oggetto un avviso di accertamento relativo a Irpef e riferito all’anno d’imposta 2006. Il contribuente fece ricorso contro l’avviso notificato dal Fisco. In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale accolse le sue ragioni, annullando l’atto per difetto di notifica, in appello però cambiò tutto.
L’Agenzia si avvalse della valutazione della Commissione Tributaria Regionale, secondo cui la notifica si era compiuta correttamente, attraverso il meccanismo previsto dalla legge per l’irreperibilità assoluta, ossia con invio di raccomandata dell’avvenuto deposito presso la casa comunale, al domicilio fiscale del contribuente.
La disputa non si fermò al secondo grado ma proseguì in Cassazione, a cui l’uomo fece ricorso affermando che l’Amministrazione finanziaria non aveva osservato le condizioni imposte dalla legge per questo tipo di notifica.
Il giudice di legittimità ribaltò nuovamente la precedente decisione, accogliendo il ricorso del cittadino destinatario dell’avviso di accertamento e valutando come errate le conclusioni della Commissione Tributaria Regionale. Per la Cassazione sono sempre nulle, perché prive dei requisiti di legge e – conseguentemente – senza alcun effetto fin dall’origine, le notifiche con espressioni vaghe o generiche come “sconosciuto” o “irreperibile”, effettuate dal messo notificatore tramite modulo precompilato, nell’ipotesi di impossibilità di notifica dell’avviso per irreperibilità.