Assegno di Inclusione, potresti perderlo proprio a giugno: ecco perché

L’assegno di Inclusione (Adi) è a rischio per il mese di giugno. Non tutti lo sanno, meglio capire il perché.

L’assegno di Inclusione, una volta percepito perché avente diritto, non deve essere lasciato nel dimenticatoio. Ci sono delle regole e dei percorsi da seguire per non rischiare di perdere tutto per negligenza o semplicemente per ignoranza in materia.

mano con palla all'interno famiglia
Assegno di Inclusione, potresti perderlo proprio a giugno: ecco perché – nonsolopatronato.it

Ha preso il posto del Reddito di cittadinanza ed è stato creato per aiutare davvero chi ne ha bisogno, non come è successo con il Rdc che si è scoperto essere percepito anche da ricchi imprenditori che certo non avevano bisogno di sostegni economici. Inoltre, l’Adi ha l’biettivo dichiarato (e mantenuto) di trovare un’occupazione a chi è abile al lavoro in modo che non debba vivere di sussidi per sempre ma possa creare il suo futuro con il lavoro.

Ma ci sono degli obblighi da rispettare, come in ogni sostegno statale, previa la sospensione o, peggio, la decadenza del beneficio. L’Adi che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza ha dei grossi vantaggi rispetto al vecchio sussidio, vantaggi che se sfruttati in maniera adeguata non migliorano solo temporaneamente la situazione economica di chi lo percepisce. Ma ci sono anche degli obblighi da rispettare.

Assegno di Inclusione: ecco perché potresti perderlo a giugno

Anche se la data prevista per il pagamento mensile dell’Adi di solito è il 27, negli ultimi mesi è stato accreditato anche in anticipo. A giugno il 27 sarà un venerdì e probabilmente il pagamento avverrà il giorno prima, il 26.

carta assegno di inclusione
Assegno di Inclusione: ecco perché potresti perderlo a giugno – nonsolopatronato.it

Potete sempre controllare l’evolversi dei pagamenti sul sito ufficiale dell’Inps alla voce sussidi per nucleo familiare e poi Assegno di inclusione e gestione della domanda. Ma c’è chi rischia di non riceverlo perché, magari senza saperlo, ha saltato un appuntamento fondamentale. Tra gli obblighi previsti dal mantenimento dell’Assegno di inclusione c’è il dovere di presentarsi ogni 90 giorni ai servizi sociali, o in alternativa presso gli istituti di patronato, per aggiornare la propria posizione reddituale e non solo. Se dimentichi questo passaggio, il rischio è di vedere sospeso il beneficio. Sospeso vuol dire che se in seguito se fai ciò che è previsto dal regolamento, sarà di nuovo accessibile.

Peggio se la domanda decade, perché in questo caso l’Adi si perde definitivamente e di solito succede quando cambiano nettamente i parametri Isee con i redditi che sono aumentati all’interno del nucleo familiare. Per l’Assegno di inclusione è previsto un primo incontro che riguarda tutto il nucleo familiare, con obbligo di presentarsi presso i servizi sociali del Comune di residenza entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, una volta fatto il primo incontro, non tutti i componenti avranno poi l’obbligo di aggiornare la propria posizione ogni 90 giorni. Tutti i beneficiari dell’Assegno di inclusione che sono abili al lavoro, dunque chi ha tra i 18 e i 59 anni, dovranno fare richiesta del Supporto per la formazione e il lavoro, anche quello retribuito.

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